Un artista realizza dipinti i cui soggetti appaiono capovolti, una serie di nudi diventa una spettacolare sequenza di vite mancate, azioni apparentemente folli danno voce a inesprimibili silenzi e pulsioni inconfessabili. Corpi e immagini sono rinegoziati come parte di un processo artistico, in cui i ruoli si invertono, e chi sembrava soggetto del guardare si scopre oggetto di sguardi, protagonista e spettatore di qualcosa di reale e incomprensibile a un tempo. «Una mattina, mentre percorrevo una quieta via soleggiata con gente che beveva il caffè ai tavolini all’aperto, fui aggredita». Il gesto dell’assalitrice, che mentre fugge si volta a guardare l’assalita come l’artista che fa un passo indietro per ammirare la sua creazione, estende i confini della percezione. Un’esperienza inaspettata e dirompente, tra la vita e la morte, l’apparire di una sorta di controfigura: «era lei, non io ad andare in giro nei miei panni». Nel confronto con luoghi e ricordi, con opere di alcuni artisti contemporanei, tra visioni e illuminazioni, si dipana la via tracciata dalla «gemella tenebrosa, perenne memento di qualcosa a cui era stato negato di esistere dentro di me». Tra eventi e reazioni, una storia in cui riecheggiano i misteriosi equilibri al centro di ogni atto creativo: verità e violenza, potenzialità e realizzazione, corpo e memoria, maternità e materia dell’arte.