Il catalogo, coedito da Saint Laurent, Palazzo Grassi e Marsilio Arte, è dedicato alla mostra Chronorama Redux, curata da Matthieu Humery e sostenuta da Saint Laurent, in programma a Palazzo Grassi fino al 7 gennaio 2024
La mostra Chronorama Redux riunisce le opere site-specific degli artisti Giulia Andreani, Tarrah Kajnak, Eric N. Mack e Daniel Spivakov creando un dialogo con l’esposizione fotografica CHRONORAMA. Tesori fotografici del XX, in programma a Palazzo Grassi fino al 7 gennaio 2024. Le opere sono collocate lungo il percorso principale come interludi che irrompono nel ritmo cronologico dell’esposizione, provocando un corto circuito visivo. Chronorama Redux propone uno sguardo contemporaneo sulle opere della mostra curata da Metthieu Humery che la Pinault Collection dedica ai leggendari archivi Condé Nast, recentemente acquisiti dalla stessa e presentati per la prima volta al pubblico in questa occasione.
Il termine latino redux significa “che riporta, ristabilisce, fa rivivere” ed è proprio questo il compito affidato ai giovani artisti che, attraverso il loro lavoro tra pittura, scultura e performance, portano i tesori dell’archivio - dal 1910 al 1970 - nel ventunesimo secolo, conferendo loro un significato inedito attraverso la propria peculiare espressione artistica. La pratica dei quattro artisti invitati viene analizzata nel catalogo, disegnato dallo studio newyorkese Shahid and Kraus, attraverso i contributi testuali di KJ Abudu, Matthieu Humery, Daniel Kehlmann, Christina-Marie Luemen, Hans Ulrich Obrist, Kate Palmer Albers, Bruno Racine e Julian Schnabel. Il volume è illustrato dalle vedute dell’allestimento a Palazzo Grassi e dalle immagini fotografiche che hanno ispirato i lavori site-specific di Giulia Andreani, Tarrah Krajnak, Eric N. Mack e Daniel Spivakov.
Tra loro, solo Tarrah Krajnak pratica la fotografia come metodo artistico. L’atto fotografico è uno strumento per testimoniare prima e registrare dopo, come dimostrano gli scatti che raffigurano corpi nudi. Nei dipinti di Daniel Spivakov assistiamo a un’esplosione cromatica intervallata dai suoi autoritratti. Giulia Andreani riprende le foto d’archivio inserendole nei suoi quadri popolati da personaggi che l’artista estrae da vecchi album di famiglia o collezioni fotografiche. Con riferimenti più vicini alla moda, Eric N. Mack prende in prestito immagini che raccoglie dalle pagine delle riviste e le integra con le sue sculture tessili.