«Perché questa mano non era fatta di carne, ma di legno. Era il ramo nodoso di una vite che ha cessato di esistere. Tra Valdobbiadene e Conegliano si distende un arabesco di venticinque milioni di viti, forse trenta. Potremmo battezzare ognuna di queste viti con il nome di un suo essere umano gemello fino a coprire metà della popolazione dell’intero Paese» (Ginevra Lamberti)
Dal ritrovamento del mammut a Colbertaldo di Vidor all’eremo di Sant’Alberto a San Pietro di Barbozza, passando per Santa Eurosia che proteggeva dalla grandine. È il paesaggio raccontato dalla scrittrice Ginevra Lamberti che, con sguardo attento, scandaglia un territorio dove ancora si possono udire gli echi di riti apotropaici e imbattersi nei bucrani, gli ornamenti architettonici che alternano teschi di bue a festoni. Ad accompagnare la narrazione della cresta sputafuoco che sovrasta Premaor e Miane le immagini del fotografo Filippo Romano che immortalano la bruma, gli alberi e l’anima dei paesi abbarbicati nelle colline.
Il concetto di paesaggio sta sempre più diventando un valore che rispecchia il nostro tempo, capace di tenere dentro di sé città, architetture, natura, storie, persone, identità differenti, in un’ottica circolare e inclusiva. Inaugura con questa pubblicazione la nuova collana dedicata ai nove siti Unesco della Regione del Veneto per offrire al pubblico una narrazione inedita, contemporanea ed emozionale che abbia la capacità di trasmettere quel senso di meraviglia di cui abbiamo tutti bisogno per tornare ad amare i nostri paesaggi e a prendercene cura. Il progetto prevede tre volumi, realizzati in coedizione con la Regione del Veneto, in uscita nei prossimi tre anni: le Colline del Prosecco, la Laguna di Venezia, le Dolomiti. Ogni volume è affidato a un narratore e a un fotografo che, insieme, lavorano per offrire un ritratto di paesaggi, luoghi, manufatti e comunità che illustri l’unicità del sito Unesco e insieme la sua importanza come bene comune da preservare.