"La costruzione di una scuola pone all'architetto un problema che non è solo di ordine pedagogico [...] Egli non solo deve conoscere i regolamenti in vigore, ma in egual misura deve conoscere la mentalità del bambino, il suo modo particolare di vivere e di considerare la vita. Analizzato ciò, il suo compito è poi di coniugare i diversi bisogni, psicologici e biologici, e di concretizzarli per mezzo dell'architettura." Quando, nel 1933, realizza la scuola a Villejuif, Comune della banlieu parigina, Lurcat e all'apice delle sue esperienze di architetto, nel momento della più consapevole maturazione delle aspirazioni del Movimento Moderno; la costruzione di un "nuovo ordine umano collettivo" attraverso l'architettura. Spronato dal tema sociale della scuola pubblica in una periferia operaia e contadina, concepisce l'edifico di getto e con rapidità, curandone il progetto e l'esecuzione con una tale tensione di perfezione da non sbagliarne neppure un dettaglio. Il risultato è un capolavoro: dall'economia espressiva (del progetto e dell'architettura) alla logica essenziale (dell'impianto), dalla concisione (un progetto quasi laconico) al massimo di efficacia (l'uso e la sua verifica nel tempo), la scuola di Villejuif costituisce un testo fondamentale della modernità in architettura.
Luciana Miotto, dopo la laurea in Architettura a Venezia, un tirocinio professionale a Parigi e un dottorato in Storia dell'architettura alla Sorbonne, dal 1970 insegna all'università di Parigi VIII. Scrive articoli e saggi su riviste internazionali; cura numeri tematici come La piazza e la città (1985), La memoire exposée (1986), e vari cataloghi, fra cui Urbino, ville idéale de la Renaissance (1992). Pubblica le seguenti monografie: Carlo Scarpa (1975), Renzo Piano (1987), Henri Ciriani (1996).