George G. Byron
George G. Byron, sesto Barone di Rochdale (1788-1824), è una delle icone cruciali della cultura occidentale dall’Ottocento a oggi. Giunse al successo nel 1812 quando, di ritorno dall’avventuroso tour dalla Penisola Iberica al Mediterraneo orientale, pubblicò i primi due canti di Childe Harold’s Pilgrimage. L’opera fece di lui il più noto e idolatrato poeta dell’epoca, inaugurando il modello dell’eroe byroniano, fascinoso e tormentato capostipite di tante figure successive. Nel 1816, lo scandalo seguito alla separazione dalla moglie Annabella lo spinse a partire per un esilio che lo portò fino in Italia, dopo un breve soggiorno in Svizzera, dove ebbe origine il dramma Manfred, che segna anche il passaggio del poeta verso le composizioni satiriche della fase italiana (Don Juan e Beppo). Percorso da richiami biografici e da complessi rimandi intertestuali – dalla Bibbia a Shakespeare, da Milton a Goethe –, Manfred conferma il fascino duraturo della leggenda di Byron, così come il potere di un linguaggio poetico capace di evocare atmosfere perturbanti e interrogativi profondi.