Dopo un esordio legato al folklore e ispirato da ogni sorta di spiritualismo e da poeti quali Spenser, Blake, Shelley, i Preraffaelliti, la coscienza poetica di Yeats matura nel simbolismo fino a esprimere la voce poetica più vigorosa e sofferta del secolo. Nella sua poesia, vicenda privata e storia si fondono e si dilaniano senza requie, fra gli orrori della guerra, nel conflitto fra amore e violenza politica, fra pene terrene e ideale dell’arte. In un’ansia inappagabile
di permanenza accesa da visioni fantasmagoriche e apocalittiche, la poesia cerca di sanare nell’immortalità dell’Arte le irriducibili contraddizioni dell’esistenza, mai capace di rinunciare tuttavia alla «furia e [al] fango delle vene umane». Dal recupero della perduta tradizione celtica alla personale espressione del moderno, una scelta della migliore e più alta poesia di Yeats, in una nuova traduzione che, nel religioso rispetto dell’originale, dichiara l’innamoramento per la sua musica.