Verso Bisanzio. Poesie

Verso Bisanzio. Poesie

a cura di

pp. 256, 3° ed.
978-88-317-1929-2
Dopo un esordio legato al folklore e ispirato da ogni sorta di spiritualismo e da poeti quali Spenser, Blake, Shelley, i Preraffaelliti, la coscienza poetica di Yeats matura nel simbolismo fino a esprimere la voce poetica più vigorosa e sofferta del secolo. Nella sua poesia, vicenda privata e storia si fondono e si dilaniano senza requie, fra gli orrori della guerra, nel conflitto fra amore e violenza politica, fra pene terrene e ideale dell’arte. In un’ansia inappagabile
di permanenza accesa da visioni fantasmagoriche e apocalittiche, la poesia cerca di sanare nell’immortalità dell’Arte le irriducibili contraddizioni dell’esistenza, mai capace di rinunciare tuttavia alla «furia e [al] fango delle vene umane». Dal recupero della perduta tradizione celtica alla personale espressione del moderno, una scelta della migliore e più alta poesia di Yeats, in una nuova traduzione che, nel religioso rispetto dell’originale, dichiara l’innamoramento per la sua musica.

Autore

 (1865-1939), premio Nobel per la letteratura nel 1923, è il più grande poeta irlandese (e inglese) del Novecento. Appartenente all’Ascendancy protestante, l’aristocrazia degli antichi colonizzatori inglesi, dà vita a una letteratura che risvegli nel popolo irlandese la coscienza della propria identità culturale. Con Lady Gregory e Edward Martyn fonda l’Abbey Theatre e promuove autori come Synge, O’Casey, Colum, Shaw. Ma è la poesia che gli assicura un posto nell’olimpo letterario della letteratura di lingua inglese di ogni tempo. Ispirato da una visione sociale conservatrice, assiste, esaltato e sbigottito insieme, alla violenza che si scatena a Dublino nel 1916 con l’insurrezione di Pasqua e la conseguente dura repressione inglese. Nel 1922, diventa senatore dell’Irish Free State. La guerra civile del 1922-1923 lo coglie spettatore frastornato e disilluso del fratricidio e dell’invasamento nazionalistico. Ciò nonostante, influenzato da Ezra Pound, non nasconde la sua simpatia per la dittatura mussoliniana. Muore nel 1939 in Francia, dove viene sepolto. Nel 1948, le sue spoglie verranno trasferite in Irlanda, a Drumcliff.