William Butler Yeats
(1865-1939), premio Nobel per la letteratura nel 1923, è il più grande poeta irlandese (e inglese) del Novecento. Appartenente all’Ascendancy protestante, l’aristocrazia degli antichi colonizzatori inglesi, dà vita a una letteratura che risvegli nel popolo irlandese la coscienza della propria identità culturale. Con Lady Gregory e Edward Martyn fonda l’Abbey Theatre e promuove autori come Synge, O’Casey, Colum, Shaw. Ma è la poesia che gli assicura un posto nell’olimpo letterario della letteratura di lingua inglese di ogni tempo. Ispirato da una visione sociale conservatrice, assiste, esaltato e sbigottito insieme, alla violenza che si scatena a Dublino nel 1916 con l’insurrezione di Pasqua e la conseguente dura repressione inglese. Nel 1922, diventa senatore dell’Irish Free State. La guerra civile del 1922-1923 lo coglie spettatore frastornato e disilluso del fratricidio e dell’invasamento nazionalistico. Ciò nonostante, influenzato da Ezra Pound, non nasconde la sua simpatia per la dittatura mussoliniana. Muore nel 1939 in Francia, dove viene sepolto. Nel 1948, le sue spoglie verranno trasferite in Irlanda, a Drumcliff.