Nel corso di tutta la sua vita, Pusÿkin prestò grande attenzione al patrimonio folclorico russo, di cui fu uno dei primi "registratori"; fu però non meno attratto dalle narrazioni fiabesche e dotte dellEuropa occidentale, e la commistione di questi due filoni gli diede materia per le sue "fiabe in versi", un genere di grande attualità al suo tempo. Sotto spoglie di vivida e insistita "russità" esse sono così il portato dun raffinato progetto letterario, che le colloca a buon diritto nel contesto della sua opera maggiore. La presente edizione raccoglie il corpus di tutte le sue fiabe compiute, delle quali la prima (di soggetto elegantemente scurrile) fu stesa negli anni della giovinezza, e le altre cinque in quelli della maturità, tra il 1830 e il 1834.
Cesare G. De Michelis è ordinario di letteratura russa allUniversità "Tor Vergata" di Roma e coordinatore del dottorato di ricerca in letterature moderne. È autore di numerosi lavori di letteratura e storia culturale russa, dal XV al XX secolo, e di numerose traduzioni; da molti anni collabora al quotidiano
"la Repubblica". Per Marsilio ha pubblicato un saggio su Fofanov (1973), una ricerca su DAnnunzio nella cultura russa (1979) e Il manoscritto inesistente (2004), sullorigine dei "Protocolli dei savi di Sion". Ha curato inoltre ledizione italiana di testi di Pasternak (Quintessenza, 1990), di Pusÿkin (Lombra di Barkòv, 1990) e di Blok (I dodici, 1995).Aleksàndr Sergéevicÿ Pusÿkin (1799-1837), discendente da una nobile famiglia, compie gli studi nellesclusivo liceo di Càrskoe Selò; già allora (1811-1817) si fa notare per le sue prime prove (tra cui una ballata libertina, Lombra di Barkòv), e negli anni successivi frequenta la società letteraria di Pietroburgo e gli ambienti liberali. Nel 1820 viene esiliato nelle regioni meridionali dellImpero e nel 1823 inizia il suo capolavoro, il "romanzo in versi" Evgénij Onégin. Le sue straordinarie doti si manifestano altresì nella lirica, nel teatro (Borìs Godunòv), nella prosa (La donna di picche, La figlia del capitano), sicché viene considerato a ragione capostipite della letteratura moderna del suo paese. Già scapolo impenitente, nel 1830 si sposa con la bellissima Natàlija Goncÿaròva a causa della quale, sette anni dopo, è costretto al duello che gli costerà la vita.