Evgenij Onegin

Evgenij Onegin

a cura di

pp. 504, 4° ed.
978-88-317-6168-0

Cosa racconta Pusˇkin nello Evgenij Onegin? Uno spreco, una storia d’amore mancata, l’impossibile accordo fra educazioni sentimentali ispirate a modelli letterari diversi, la vita stritolata nelle discrepanze fra civiltà e natura. L’incontro di Evgenij e Tat’jana nella campagna russa, la lettera d’amore della signorina di provincia al giovane dandy, il duello in cui questi uccide l’amico, i suoi viaggi e infine l’arrivo a Pietroburgo per riconoscere Tat’jana nelle vesti di altera principessa legislatrice di salotti, e innamorarsene perdutamente: Pusˇkin racconta questa storia con la levità di un cherubino mozartiano che, nel contrasto fra il fuoco del sangue in parte africano e i ghiacci di Pietroburgo, maschera i brividi con un eroico sorriso. È la più bella opera letteraria russa. Perché non è conosciuta quanto meriterebbe? Che sia perché, come ha scritto un suo traduttore illustre, Nabokov, è intraducibile? Questo, in versi liberi, è un nuovo tentativo di avvicinarsi alla voce di Pusˇkin, o quantomeno di renderne le parole senza troppo gravarle di intonazioni estranee. A certe opere la memoria associa la nascita di una lingua letteraria: con Evgenij Onegin (1823-1830) il russo raggiungeva maturità, e Pusˇkin metteva a nudo il sistema nervoso di una cultura in bilico fra l’Europa più raffinata e l’arretratezza di steppe sconfinanti nell’Asia.

Autore

(Mosca 1799 - Pietroburgo 1837) è il meno russo ma anche il più grande fra gli scrittori e i poeti di Russia. La sua personalità presenta un singolare intreccio di leggerezza, distacco e passione, in una intransigente difesa dell’intimità con la Musa che lo ha indotto a rifiutare qualsiasi schieramento, ma gli ha permesso, proprio per questo, di portare a compimento il secolare dibattito sulla lingua russa, e regalare al paese di cui si è spesso sentito un ospite malgré soi la possibilità di una letteratura ricchissima. Discendente di africani, emulo di Voltaire e di Shakespeare, assai critico di Byron, Pusˇkin ha lasciato capolavori in ogni genere letterario, dalla lirica al poemetto, dal racconto al dramma, dal romanzo storico alla piccola tragedia, dalla fiaba all’epigramma, dal reportage di viaggio al romanzo in versi. Un duello invernale ha spezzato il flusso, che pareva inarrestabile, della sua straordinaria energia creativa.