Contro i tiranni

Contro i tiranni

a cura di
5° ed.
978-88-317-6762-0
Atene, sconfitta e umiliata nella guerra con Sparta, sperimenta nel 404-403 a.C. il regime oligarchico dei Trenta Tiranni. In otto mesi vengono uccisi più ateniesi che negli ultimi dieci anni di guerra. Il terrore è guidato da Crizia, cugino di Platone, e colpisce anche i politici conservatori che hanno appoggiato la riforma istituzionale. Lisia, straniero residente da decenni ad Atene, ricchissimo, amico di Socrate e della jeunesse dorée ateniese, viene arrestato ma riesce a fuggire; Polemarco, suo fratello, viene ucciso. Al ritorno della democrazia Lisia accusa Eratostene, il Tiranno responsabile dell’omicidio - e della sua responsabilità, essenzialmente politica, fa un atto di accusa contro il terrore. La prosa cristallina, apprezzata nell’antichità perfino più di quella dell’«intemperante» Platone, fa tuttora di Lisia uno dei modelli esemplari della lingua greca; ma, dietro e ben oltre gli ambigui e talvolta malintesi apprezzamenti formali, devono essere pienamente riconquistati il valore della testimonianza, la coerenza delle argomentazioni e la lucidità dell’analisi politica che caratterizzano un discorso innervato di sdegno civile e furore privato.

Autore

nasce ad Atene fra il 445 e il 440 da Cefalo, un ricco siracusano da poco trasferitosi per invito di Pericle. «Ospite della città» (meteco), partecipa alla vita intellettuale ateniese, come testimoniano vari dialoghi platonici; ricco, con ottime relazioni e prestigio, è maestro di eloquenza rinomato. Il breve regime dei Trenta Tiranni (404-403) sconvolge l’esistenza di Lisia, che diviene un professionista del lavoro intellettuale; già valente autore di discorsi di circostanza (si pensi all’Amatorio incluso nel Fedro platonico), passa con grande successo alla produzione di discorsi giudiziari. I critici antichi conoscono 425 orazioni circolanti col suo nome; la tradizione diretta e indiretta ne conserva 34, mentre circa 130 titoli e almeno 4 lettere sono noti da sparse testimonianze di fonti antiche e bizantine. L’ultima sua produzione databile è da riferire agli anni intorno al 380; muore probabilmente poco prima del 360 a.C.