Friedrich Schiller
Friedrich Schillernasce a Marbach, in Svevia, nel 1759 e muore a Weimar nel 1805. È una vita breve ma generosissima, spesa senza risparmio per la letteratura: dal travolgente esordio a teatro con I masnadieri, attraverso gli scritti teorici (sulla poesia moderna, sull’educazione estetica, sul sublime) e il progetto umanistico del Classicismo weimariano concertato insieme a Goethe, fino ai grandi drammi della maturità. L’ammirazione entusiastica di cui Schiller ha goduto nell’Ottocento quale poeta della libertà ha poi forse nuociuto nel corso del Novecento a un contatto vivo e immediato con la sua opera, esasperandone gli aspetti idealistici e melodrammatici. Ma il pathos di Schiller è inscindibile dalla sua lettura critica dell’illuminismo e della modernità, una lettura alla quale, tra gli altri, dovranno non poco Nietzsche, Dostoevskij e Thomas Mann.