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RAI STORIA: LINA MERLIN. LA SENATRICE
Un ricordo a 130 anni dalla nascita

 
“Utopie? No, non esistono utopie. Ogni idea che scaturisce da una necessità, da un bene al quale giustamente aspirano gli uomini, si fa reale quando a tradurla in atto concorrono la buona volontà e l’amore verso il proprio simile”. Parole di Lina Merlin, insegnante e partigiana, membro dell’Assemblea Costituente, prima donna a parlare in  Senato - il 10 giugno 1948 - e unica senatrice della seconda legislatura. Una protagonista della vita politica italiana che Rai Cultura ricorda – nel giorno del cento trentesimo anniversario della nascita – con il documentario “Lina Merlin. La Senatrice”, in onda domenica 15 ottobre alle 16.20 su Rai Storia.
Il documentario - da un’idea di Vittorio Sega, a cura di Anna Maria Zanetti e Luccia Danesin, per la regia di Roberto Lippi -  attraverso interviste inedite a protagonisti della vita politica del passato come Oscar Luigi Scalfaro, Giulio Andreotti, Luigi Gui, Lidia Menapace, Elena Marinucci, Giglia Tedesco e altri, mostra la complessità della figura politica della Senatrice Lina Merlin, ben oltre il limite cui l’ha costretta la legge epocale di cui fu autrice e che nel 1958 abolì le case di prostituzione.
L’immediatezza umana e l’acutezza politica della parlamentare veneta sono riproposte anche grazie a estratti dell’intervista che Enzo Biagi fece alla Merlin per la Rai e che rievocano i momenti della storia italiana di cui fu protagonista, dalla Costituente all’alluvione in Polesine. Ne esce un ritratto a tutto tondo di una donna politica che rappresenta la migliore tradizione alla quale si possono richiamare la storia e la politica e alla quale si deve, tra l’altro, quella frase “senza distinzione di sesso” che è contenuta nell’articolo 3 della Costituzione italiana su pari dignità e uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.  

 

Sabato 7 ottobre in seduta pubblica al Salone dei Trecento di Treviso sono state proclamate le opere vincitrici della XXXVI edizione del Premio letterario Giovanni Comisso “Regione del Veneto- Città di Treviso” per le sezioni Narrativa e Biografia.

Il vincitore della Sezione Narrativa è: Lo spregio, di Alessandro Zaccuri (Marsilio)

La Giuria Tecnica del Premio ha selezionato i finalisti tra le 114 opere pervenute alle selezione (86 per la narrativa e 28 per la biografia) di 74 case editrici. La Giuria Tecnica è presieduta da Rolando Damiani e composta anche da Benedetta Centovalli, Silvia De Laude, Giancarlo Marinelli, Pierluigi Panza, Sergio Perosa e Stefano Salis.  

Nel corso dell’incontro, condotto dalla giornalista Maria Pia Zorzi, i componenti la Giuria Tecnica hanno dialogato con gli autori finalisti e tutto l’incontro è stato seguito anche nel sito www.premiocomisso.it e su Facebook. Sono stati inoltre commemorati Gian Antonio Cibotto e Danilo Mainardi, recentemente scomparsi, due illustri intellettuali che sono stati vicini al Premio Comisso e componenti in passato della Giuria Tecnica.

Il Premio è promosso dall’Associazione Amici di Giovanni Comisso di cui è Presidente Ennio Bianco e Presidente onoraria Neva Agnoletti.

QUI la scheda del libro.

La Comissione giudicatrice della XIII edizione del Premio biennale MArino Moretti per la filologia, la storia e la critica nell'ambito della letteratura italiana ha assegnato il premio 2017 per «Storia e Critica letteraria» al volume Giorgio Caproni e gli altri. Temi, percorsi e incontri nella poesia europea del Novecento di Elisa Donzelli.

La Commissione, composta da Gian Luigi Beccaria, Franco Contorbia, Renzo Cremante, Giulio Ferroni, Pier Vincenzo Mengaldo, ha dato la seguente motivazione:

Nel volume premiato Elisa Donzelli accoglie una serie di avvincenti sondaggi intorno alla “cultura” di Caproni, condotti anche grazie alla sistematica esplorazione di alcuni importanti archivi letterari e stranieri, a partire, naturalmente, dall’archivio e dalla biblioteca di Giorgio Caproni.

Ne emerge una sfaccettatissima, pluriprospettica e per molti versi inedita immagine delle relazioni italiane di Caproni (con Diego Valeri, Mario Luzi, Vittorio Sereni) e, insieme, della sovracuta curiosità che fin dagli anni di apprendistato Caproni ha manifestato per gli aspetti e le forme della contemporanea poesia europea, da Jouve a Char, da Machado a Lorca.

Il risultato più nuovo e sicuro dell’indagine di Elisa Donzelli va ravvisato nell’acuta, capillare ricostruzione di rapporti culturali e intertestuali che consente, tra l’altro, di retrodatare a una stagione eccezionalmente alta (l’anno 1935) la prima epifania della Bestia, una tra le figure capitali della grande poesia di Caproni.

La cermionia di consegna del Premio si terrà sabato 28 ottobre dalle ore 18:00 presso il Teatro Comunale di Cesenatico.

Qui la scheda del libro.

La mostra Nel segno di Roberto Longhi: Piero della Francesca e Caravaggio, tenutasi presso il Museo Civico di San Sepolcro e di cui Marsilio ha curato il catalogo, è stata nominata per un importante riconoscimento internazionale, il "Global Fine Art Awards". La nomina dei finalisti avrà luogo nel gennaio 2018 mentre la cerimonia di assegnazione del Premio si terrà l'8 marzo 2018 a New York

Qui la scheda del catalogo.
A PAOLO ISOTTA IL PREMIO ISAIAH BERLIN 2017
 
Il Premio Isaiah Berlin 2017 è stato conferito allo storico della musica e critico Paolo Isotta, come riconoscimento per i suoi alti meriti culturali
 
E' stato consegnato il 14 settembre a Paolo Isotta il Premio Isaiah Berlin, riconoscimento intitolato a uno dei maggiori filosofi politici del secolo scorso e conferito ogni anno dall'Università degli Studi di Genova a una personalità del mondo della cultura per i suoi alti meriti. 

Paolo Isotta, storico della musica, critico e saggista, ha insegnato dal 1971 al 1994 Storia della Musica al Conservatorio di Torino, poi a quello di Napoli. Dal 1974 ha esercitato la critica musicale: per cinque anni al «Giornale» e trentacinque al «Corriere della Sera». A ottobre del 2015 ha abbandonato quest’attività per dedicarsi allo studio, alla lettura e a comporre libri che gli diano l’illusione di scrivere qualcosa di meno effimero di articoli giornalistici. Le sue opere principali sono: I diamanti della corona. Grammatica del Rossini napoletano (1974), Dixit Dominus Domino meo: struttura e semantica in Händel e Vivaldi (1980), Il ventriloquo di Dio. Thomas Mann: la musica nell’opera letteraria (1983), Victor De Sabata: un compositore (1992), La virtù dell’elefante: la musica, i libri, gli amici e San Gennaro (Marsilio 2014), Altri canti di Marte (Marsilio 2015), Les Vêpres siciliennes: Verdi e il trionfo dell’amor paterno (Zagabria 2015), Otello: Shakespeare, Napoli, Rossini (Napoli 2016), Paisiello e il mito di Fedra (Napoli 2016), Jérusalem: Verdi et la persécution de l’honneur (Liegi 2017). Fuori della musica le sue passioni sono la letteratura latina, con Lucrezio, Virgilio, Livio e Tacito al vertice, la storia romana, Petrarca, Gibbon, Manzoni, Leopardi, D’Annunzio, Flaubert, il teatro popolare in lingua napoletana e i film di Totò. È iscritto al Partito radicale e all’associazione Luca Coscioni. A ottobre, con Marsilio, uscirà la sua nuova opera Il canto degli animali. I nostri fratelli e i loro sentimenti in musica e poesia, un libro alla scoperta dei simboli eterni che in musica e in letteratura accompagnano gli animali.

24 agosto 2017 – È Matteo Melchiorre con La via di Schenèr. Un’esplorazione storica nelle Alpi, edito da Marsilio, il vincitore della VII edizione del Premio della Montagna Cortina d'Ampezzo 2017, riconoscimento per la migliore opera, italiana o internazionale, che si ispiri, abbia a tema, racconti o illustri la montagna.

La Giuria, presieduta da Arrigo Petacchi con Marina Valensise, e composta da Angela Alberti, Marco Ghedina, Ennio Rossignoli, Roberto Santachiara, Franco Sovilla, Clelia Tabacchi Sabella e Francesco Zonin, si è così espressa: “Un libro magnifico per scoprire una montagna sconosciuta, riesumandone le tracce più segrete e il lavorio della civiltà, altrimenti condannato all’oblio, e per ripercorrere, in forma di romanzo, l’avventura mentale di uno storico che insegue, come un antropologo, l’origine e il significato del comportamento umano, entro un territorio impervio e però cruciale”.

 

La via di Schenèr - Sotto la svagata andatura della narrazione, il lavoro storico di Melchiorre è ampio, solido e accurato. Ed è grazie a questo lavoro, sornionamente raccontato come il passatempo di un perdigiorno, che pagina dopo pagina si presenta alla nostra immaginazione e alla nostra conoscenza la vita plurisecolare di due comunità: la città di Feltre, sotto, e gli abitanti del Primiero, sopra: uniti e separati da un passo, lo Schenèr – descritto, a seconda di chi lo attraversava, come «gola stupenda» o «orrido abisso» – che è sempre stato confine e transito insieme, luogo fortificato e cordone ombelicale.

 

Matteo Melchiorre, classe 1981, già vincitore con La via di Schenèr del Premio Rigoni Stern 2017 e menzione speciale al Premio Acqui Ambiente 2017, ha svolto attività di ricerca presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’Università degli Studi di Udine e presso lo Iuav di Venezia. Si occupa di storia economica e sociale del tardo Medioevo e di edizione di fonti. Storico “recalcitrante”, autore di numerosi saggi, dedito alla scrittura letteraria, ha pubblicato nel 2001 La banda della superstrada Fenadora-Anzù (con vaneggiamenti sovversivi).

 

Il 28 settembre sarà in tutte le librerie, sempre per Marsilio, il suo Storia di alberi e della loro terra. Dal fortunato libro di esordio, Requiem per un albero, che lo ha accreditato presso pubblico e critica a soli 23 anni, Matteo Melchiorre fa gemmare questo libro della maturità, innestato con nuove storie. Tra autobiografia  e non-fiction, il viaggio di un rabdomante della memoria, che a partire da un maestoso olmo abbattuto dal vento, e attraverso le storie di pioppi, tigli e ippocastani, racconta di comunità e di mondi, e di un tempo, che non esistono più.

Il libro "La via di Schenèr" di Matteo Melchiorre si è aggiudicato il Premio Rigoni Stern per la Letteratura multilingue delle Alpi 2017.

Queste le motivazioni della giuria: "La via di Schenér di Matteo Melchiorre presenta una grande originalità di scrittura che trasforma il dato storico documentario in una narrazione appassionata pur nel rigoroso rispetto della fattualità. Un passo montano ai più sconosciuto e i suoi abitanti riacquistano vita emergendo dalle carte polverose degli archivi. La presenza in testo dell'autore, discreto e ironico, assicura un perfetto equilibrio di affabulazione e realismo a un mondo di confine, metafora del quotidiano di ciascuno".

La cerimonia di consegna del premio, ex aequo con "La guerra verticale" di Diego Leoni (Einaudi), si terrà a Palazzo Labia a Venezia sabato 17 giugno alle ore 17:00.

Cesare De Michelis, presidente e fondatore di Marsilio Editori, è stato nominato Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato oggi il decreto con il quale lo stimato professore universitario e editore veneziano è stato insignito di uno dei più importanti riconoscimenti italiani.
 
Cesare De Michelis, nato a Dolo (Venezia) nel 1943 e da sempre veneziano, è uno dei più importanti editori italiani ancora alla guida della propria impresa, la casa editrice Marsilio, che ha contribuito a fondare, assumendone la direzione nel 1969. In oltre mezzo secolo di attività, la Marsilio ha ampliato enormemente la propria attività – dalla narrativa italiana e straniera alla saggistica contemporanea e universitaria, ai libri illustrati e ai cataloghi d’arte delle più importanti mostre italiane. Oggi la casa editrice, che per un quindicennio era entrata nell’orbita del gruppo RCS e che è sempre stata guidata dalla famiglia De Michelis, rappresenta una delle maggiori realtà culturali italiane, con più di 6.500 titoli a catalogo, di cui 3.000 ancora in listino e circa 250 novità all’anno. Sempre caratterizzata da un forte radicamento nel territorio del Triveneto, la Marsilio è diventata un punto di riferimento industriale del centro storico di Venezia, anche grazie alla collaborazione virtuosa con le principali istituzioni pubbliche e private.
 
Oltre all’attività editoriale, De Michelis ha perseguito con successo l’attività accademica all’Università di Padova, che gli ha permesso di diventare una delle figure intellettuali più importanti nel panorama culturale e industriale del Nord-Est.
 
«Sono onorato di ricevere questo titolo» dichiara Cesare De Michelis, «in fin dei conti sono molto fortunato, il lavoro per me è sempre stato intrecciato alla mia più grande passione, i libri.»
 
Il titolo di Cavaliere del Lavoro è un riconoscimento per i risultati raggiunti nell’attività di impresa, nella creazione di sviluppo e di posti di lavoro, ma soprattutto per l’impegno a una responsabilità etica e sociale diretta al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del Paese.
Il libro "La ragazza selvaggia" di Laura Pugno, uscito per Marsilio il 19 maggio 2016, ha vinto il Premio Campiello – Selezione Giuria dei Letterati.


 

Sabato 27 alle ore 16.30 Cesare de Michelis sarà ospite a èStoria, che si terrà dal 25 al 28 maggio 2017 a Gorizia

Fare libri, fare lettori Se la lettura è la chiave d’ingresso ad altri luoghi e Paesi capaci di plasmare l’uomo, è essenziale chiedersi perché leggiamo alcuni libri e non altri. Una conversazione alla scoperta dell’editoria italiana ed europea: dalla tipografia di Manuzio a Hogwarts, passando per pagine e pagine. Intervengono Cesare De Michelis Gian Arturo Ferrari Nigel Newton Interviene e coordina Cesare Martinetti.

Qui il programma completo dell'evento.